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La Finlandia è il Paese con più foreste in tutta l'Europa. Circa i tre quarti, ovvero 22,8 milioni di ettari (75 %) del suo territorio sono ricoperti di foresta e gli altri tre milioni di ettari sono ambienti naturali caratterizzati da scarsità o assenza di alberi, come nel caso delle paludi o delle zone rocciose. La cultura popolare del paese si è formata in un rapporto lungo e stretto tra la foresta e l'uomo e la natura continua ad essere una parte importante dell'identità finlandese. Nell'orizzonte dell'ecocritica, il presente studio analizza gli aspetti dell'esperienza dell'uomo con la foresta e il suo rapporto con la natura, così come appaiono rispecchiati nella narrativa contemporanea finlandese focalizzata su temi ecologici (già presenti in diverse forme nella poesia popolare e nella letteratura precedente), che rimandano ai miti e alle antiche credenze ugrofinniche, di stampo animistico e sciamanico. Mentre il mito di creazione biblica è caratterizzato dall'antropocentrismo e dall'uomo che prevale sulla natura e sulla donna, i miti e le credenze della visione sciamanica del mondo propongono una relazione diversa tra i sessi, le specie e il mondo naturale. La tradizione e la natura sono entrambi parti fondamentali dell'identità e della cultura finlandese e si riflettono nella letteratura ecologica in relazione all'attuale crisi del pianeta. Una dettagliata analisi è riservata agli elementi della tradizione che costruiscono il discorso ambientale nel romanzo contemporaneo e veicolano una concezione del rapporto dell'uomo con la natura da una parte molto legato alle antiche credenze e dall'altra proiettato verso la società moderna per la quale la foresta è una risorsa economica da sfruttare.